
e scrivo
ogni tanto
di te
con le immagini in testa
e le espressioni
sfocate,
a che servono il tempo e le ore
che non tornano
non restano
sfuggono
un cane abbaia lontano
è giorno.
e scrivo
ogni tanto
di te
con le immagini in testa
e le espressioni
sfocate,
a che servono il tempo e le ore
che non tornano
non restano
sfuggono
un cane abbaia lontano
è giorno.
ecco
gennaio
che conoscevo
dalla strada ai proverbi,
amare
qualcuno
è difficile
forse puoi fingere a te stesso,
gli occhi
sembrano voler dire
mi dispiace
o lascia stare.
che silenzio
nella mente ora
le voci
e i pianti soffocavano la piazza,
la lista
era lunga e dettagliata
chi c’era
e chi mancava,
impossibile
augurarsi il meglio
vietato
un arrivederci.
cosa
avranno pensato
cosa
avranno visto i loro occhi
cosa
avranno sentito nell’anima
cosa
avranno detto di Dio.
come un maglione
la notte ti avvolge di caldo
le sue pareti curve
e i rumori
leggeri e lontani
fantasmi,
sotto i piedi il pavimento
e il soffitto il cielo
parole
per descrivere uno stato d’animo
come tanti in giro
senza sonno.
gli occhi non mentono
vuoi partire
per dimenticare un amore
lieve
e scontato,
nuove strade e marciapiedi
colmi di respiri
bottiglie
e tramonti facili
non scontati.
conosci il suono della notte
è diverso dal giorno
differente,
è come la solitudine
silenziosa e pesantemente
straordinaria,
quante finestre nel palazzo
dove vivono le emozioni
e dove nascono le stelle.
siamo stretti
nel nostro passato
e la notte
come sempre
si avvicina silenziosa.
come tante
era carina e poteva innamorarsi
era innocente come tanti
non l’hai fatta vivere
bastardo
non li hai fatti vivere
bastardo,
si chiamava Anna come tanti.