
ascolti la pioggia
battere
sulle grandi foglie finalmente
l’odore dell’erba bagnata
che sale
e ti vengo a cercare
come sempre
nei tramonti e nelle albe
dentro la solitudine.
ascolti la pioggia
battere
sulle grandi foglie finalmente
l’odore dell’erba bagnata
che sale
e ti vengo a cercare
come sempre
nei tramonti e nelle albe
dentro la solitudine.
un canto
strano
da quella finestra in alto
malinconico
come avesse catene
nell’ombra di un tramonto
nel giorno che muore
nella solitudine
di sicuro.
una stazione
che ti rimane dentro
per quegli occhi
che non hai saputo leggere
fermare,
si vecchie storie
che ti racconti per continuare
una scelta giusta
e tante sere a bere per dimenticare
ora è tardi.
ti spaventa la vita adesso
con te
avrò perso la corsa
e ti spogli ancora,
lascia
quella gonna corta almeno
non penso ad altro
lo sai,
ti passano i gabbiani vicino
sono come ombre
e sono tanti
come finestre chiuse a noi.
la piazza
è un silenzio
e gli abbracci e i saluti
e i sorrisi,
domenica speciale.
occhi curiosi
che guardano l’emozione.
io t’osservo
ma di calma non mi dai niente
anzi
e nemmeno niente di religioso intravedo,
sarà che solo te t’illumina.
vorresti
fosse un acquerello
ma è realtà,
pietra e storia.
vento leggero
nei capelli
occhi lucidi e sembra ieri,
una strada in salita
tante porte
l’emozione,
metà marzo era l’inizio.
ormai distanti
i nostri occhi sanno di sale
umide emozioni
e volteggio,
c’è un cielo che pare la notte
e le luci intorno
brillano
e volteggio,
scriverlo è importante
è una pagina di giornale ingiallita
una piazza di desideri svuotata
e volteggio.